L’Associazione Solidarietà e Libertà O.N.L.U.S. È stata fondata su sollecitazione dei Padri Trinitari per operare nello spirito della loro missione: – Tendere una mano per aiutare il prossimo a sciogliere le catene delle sofferenze causate dalle moderne schiavitù, con la consapevolezza che anche noi abbiamo bisogno dell’aiuto del prossimo per sciogliere le nostre catene. Siamo un gruppo di amici di Cori, Giulianello e Roccamassima, abbiamo costituito l’Associazione con atto notarile il 23.12.2011, registrato a Latina il 3.01.2002.
La solidarietà è un’esperienza di ineguagliabile valore, ma spesso è fragile, evanescente… un proposito che si infrange fra mille impegni quotidiani, fra le fatiche della nostra giornata, il tempo che manca sempre… oggi però,per renderla concreta, basta un gesto di solidarietà fatto con il cuore,sentito e vero, fatto non per pulire la coscienza, ma per andare incontro agli altri, agli ultimi. La solidarietà vera non è un’azione capace di rendere “dimentichi”, anzi è un abbraccio che ristora , che colma la solitudine, è uno sguardo indulgente sull’uomo, capace di dare,senza chiedere nulla in cambio.
La più grande umiliazione, per un essere, è la privazione della “Libertà”. La libertà è la massima espressione della dignità umana.
Il cristiano, in prima linea, è chiamato a difendere i diritti fondamentali dell’uomo, indipendentemente dal colore della sua pelle e dal credo religioso.
Il cristiano deve rispettare coloro che appartengono ad altre religioni e non deve usare i segni della sua fede come arma di combattimento.
Sono passati 10 anni! Dieci anni di esperienze che ci hanno fatto conoscere nel nostro intimo, ma le difficoltà incontrate sono state tante. All’inizio eravamo un gruppo più unito, regnava un’altra atmosfera. In questa bella esperienza abbiamo apprezzato di più i valori della vita, quelli che toccano i temi che più ci stanno a cuore:
La difesa della vita nascente, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, il ruolo della famiglia nella società, i problemi dei giovani in crisi di speranza, degli anziani abbandonati a sé stessi, del materialismo imperante, della difficoltà a comunicare con i non credenti.
Non voglio elencare di più, ma mi limito alle manifestazioni più importanti:
“Alla scuola di Maria”, due incontri, il 14 Maggio 2002 e il28 Maggio 2003, che hanno coinvolto gli scolari della scuola elementare e materna e i loro insegnanti. Tutti hanno trascorso una mattinata nei luoghi del Santuario della Madonna del Soccorso: è stata una festa di allegria e di grande spiritualità.
“I Trinitari a Cori”, lavoro di ricerca effettuato, durante l’anno scolastico 2009/2010, dagli studenti della scuola secondaria di Primo Grado “A. Massari” di Cori, classe Prima A, coordinatidal professor Ettore Benforte. Gli studenti si sono impegnati in un lavoro di ricerca che ha interessato la presenza dei Padri Trinitari a Cori dagli anni ’30 fino ad oggi.
“Impresa e Solidarietà”, al quale hanno partecipato illustri personaggi della politica, delle attività produttive e rappresentanze del movimento dei “Focolari”, che hanno messo in evidenza la necessità di creare nuove aziende per produrre ricchezza, destinando una parte degli utili alla lotta contro la povertà: La nostra società ci impone di consumare sempre di più,
con il risultato che il 15 per cento della popolazione mondiale vive nell’opulenza, e il restante 85 per cento nell’indigenza. I primi sono costretti a fare cure dimagranti, i secondi a soffrire la fame!
“PACE: UNA REALTA’ DA VIVERE”: ricordo volentieri il convegno.
E’ stato tenuto da frate Gian Maria Polidoro di Assisi, cittadina Umbra divenuta il simbolo del dialogo tra popoli diversi e dove il francescano ha iniziato il suo percorso, testimoniando la possibilità di fare della pace
un’esperienza da vivere nel quotidiano. Un messaggio che riporti ognuno alle proprie responsabilità, ad essere il primo artefice di un mondo di pace, senza delegare sempre l’importante compito ad altri.
La nostra sede è presso il Santuario della Madonna del Soccorso e l’Associazione vuole coinvolgere la gente in un’opera che abbia come obiettivo principale la tutela del Santuario, patrimonio universale, la sua conservazione e soprattutto la valorizzazione dei luoghi e degli ambienti ad esso circostanti.
L’Associazione è aperta a tutti, credenti e non, con spirito di amicizia e di fraternità. Essa promuove il valore religioso e culturale del Santuario migliorando le infrastrutture per facilitare l’accesso e la permanenza per momenti di preghiera, pellegrinaggi e incontri vari e valorizza e difende l’ambiente naturale dell’intera zona collinare.
Viviamo nella cultura dell’indifferenza, la nostra regola è farsi i fatti propri, non occuparsi degli altri: lasciar vivere, disimpegnarsi; al più. per sfogarsi, una mano di vernice sulle pareti della città, e ignorare chi su un marciapiede della metropolitana è nel punto di morire, perché nessuno si ferma a prestare soccorso.
L’indifferenza, come la noia, rende tutto più grigio, tutto uguale, tutto monotono e quindi non sollecita la scelta, non chiede l’iniziativa, non rivendica l’azione.
Altro obiettivo molto importante: stare vicino non solo ai poveri nello spirito, ma anche a chi lo è materialmente.
Il cristianesimo ama soprattutto gli ultimi, cioè i mendicanti, gli estremi, consumare sempre di più, con il risultato che il 15 per cento della popolazione mondiale vive nell’opulenza, e il restante 85 per cento nell’indigenza. I primi sono costretti a fare cure dimagranti, i secondi a soffrire la fame!
Il cristianesimo ama soprattutto gli ultimi, cioè i mendicanti, gli estremi, coloro che vivono sotto il limite del nostro mondo. Gesù già li fa entrare nel regno dei cieli. Quando, secondo il Vangelo di Luca, dice loro: ”Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio”, sembra affermare un chiaro privilegio per loro. E questo risalta ancor più se s ascolta un’altra affermazione di Gesù: “In verità vi dico, difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.
In una società come la nostra, segnata in maniera così marcata dal materialismo diffuso, sembra non esserci spazio alcuno per i poveri.
La globalizzazione del mercato di fatto ha portato un nuovo bipolarismo: da una parte i consumatori, ossia coloro che hanno la possibilità di acquistare e consumare, e dall’altra tutti gli altri, ossia i poveri, coloro che continuano ad essere oppressi e sfruttati. E’ una frattura che ha toni nuovi rispetto a quelli del passato; si sono formate, infatti, sia a nord che a sud, zone di ricchezza e zone di esclusione.
Gesù ha compiuto una scelta opposta: “Beati voi poveri”, ma i poveri non sono beati perché il Signore è sceso sulla terra ed ha scelto loro come suoi primi amici. Per questo sono beati rispetto ai ricchi, a noi ricchi. E siamo avvertiti del pericolo che corriamo a motivo dei beni che possediamo: essi possono possedere la nostra anima.
La storia della Chiesa mostra che ogni volta che ogni volta che i cristiani si sono allontanati dai poveri, si è affievolito il loro rapporto con il Vangelo e ogni volta che hanno riscoperto il Vangelo si sono trovati vicino ai poveri. Quando si è vicino ai poveri con amore, non si è mai lontani da Dio.
Pascal, sentendo avvicinarsi il giorno della morte, non potendo ricevere la comunione, chiese di essere portato accanto al letto di un povero del vicino ospizio. “Desidero”, disse, “morire vicino a Cristo”.
Facciamo parte della famiglia Trinitaria.
La Trinità:
Dio è padre, Dio è figlio, Dio è spirito santo.
Il padre, il figlio e lo spirito santo scendono nella mente, nel cuore e nelle azioni di ciascuno di noi per essere sempre i pensieri che guidano, i sentimenti che animano, le azioni che rendono testimonianza al Creato.
Dio è Trinità, è uno e trino, Dio è amore: l’amore è tre: padre, figlio e spirito per noi.
Il Padre nella sua tenerezza porta in alto, il Figlio nella condivisione abbraccia, lo Spirito nella sua forza tiene, costringe a camminare in sentieri straordinari di amore. Il Padre è il destinatario della fede di ogni creatura.
Il Figlio è stato mandato al mondo perché gli uomini siano salvi; Gesù è un dono per l’umanità.. Dio spirito è la spina eterna che dal primo momento all’ultimo della storia, dà vita e vive la morte e regala coraggio e gioia.
Le tre persone sono sempre tra noi come luce, comunione e amore.
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito per la salvezza degli altri, ma il padre nostro che è nei cieli ci ama con un amore grande, incommensurabile, tanto da sacrificare il figlio, perché chiunque crede il Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.
Per rimanerci accanto, per abitare in noi, manda un altro consolatore, lo Spirito di verità che ci insegnerà ogni cosa: “In quel giorno voi saprete che Io sono nel padre mio, e voi in me, ed Io in voi”.
Ed ecco che Dio si svela come azione di amore, come eterna comunione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, un Dio Uno e Trino, fondamento della nostra fede, della prima preghiera che ci viene insegnata da bambini con un semplice gesto, il segno della croce, che rimanda alla realtà in cui crediamo.
Eppure la Trinità, che è alla base della nostra esistenza cristiana, si rivela nella storia credente, come mistero, che da sempre i nostri grandi Teologi hanno cercato di spiegare.
E’ impossibile per l’uomo, infinitamente piccolo davanti alla grandezza di Dio, riuscire a comprendere l’essenza della Trinità, ma nemmeno sarebbe onesto sfuggire alla responsabilità di crescere nella fede senza lasciarsi provocare dal mistero del Dio Trino e Unico.
La nostra associazione opera in collaborazione con i Padri Trinitari; vorrei dare qualche notizia sull’Apostolato dei laici, dettata dal concilio Vaticano II°.
Il fine della Chiesa: con la diffusione del Regno di Cristo su tutta la terra a gloria di Dio Padre rendere partecipi tutti gli uomini della salvezza operata dalla redenzione e per mezzo di essi ordinare effettivamente il mondo intero a Cristo.
Tutta l’attività del corpo mistico a questo fine si chiama “Apostolato”, che la chiesa esercita mediante tutti i suoi membri, naturalmente in modi diversi: la vocazione cristiana infatti è per sua natura anche vocazione all’apostolato. C’è nella chiesa diversità di ministeri, ma unità di missione.
Gli Apostoli ed i loro successori hanno avuto da Cristo l’ufficio di insegnare, reggere e santificare il suo nome e non la sua autorità; ma anche i laici, nella missione di tutto il popolo di Dio, hanno il proprio compito nella chiesa e nel mondo. In realtà essi esercitano l’apostolato evangelizzando e santificando gli uomini e animando e perfezionando con lo spirito evangelico l’ordine Temporale, in modo che la loro attività in questo ordine costituisca una chiara testimonianza a Cristo e serva alla salvezza degli uomini.
Siccome è proprio dello stato dei laici vivere in mezzo agli affari secolari, sono chiamati da Dio affinché, ripieni di spirito cristiano, esercitino nel mondo il loro apostolato.
I laici, inseriti nel corpo mistico di Cristo per mezzo del battesimo, fortificati dalla virtù dello Spirito Santo per mezzo della cresima, sono deputati dal Signore stesso all’apostolato.
L’Apostolato si esercita nella fede, nella speranza e nella carità: virtù che lo spirito santo diffonde nel cuore di tutti i membri della chiesa.
A tutti i cristiani è imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della salvezza sia conosciuto e accettato da tutti gli uomini, su tutta la terra.
Per l’esercizio di apostolato lo SPIRITO santo, elargisce ai fedeli anche dei doni particolari, “Distribuendoli a ciascuno come vuole”, affinché mettendo “Ciascuno a servizio degli altri il suo dono al fine per cui l’ha ricevuto, contribuisca anch’esso come buon dispensatore della diversa grazia ricevuta da Dio” all’edificazione di tutto il corpo alla CARITA’.
Siccome la fonte e l’origine di tutto l’Apostolato della chiesa è Cristo, mandato dal padre, è evidente che la fecondità dell’apostolato dei laici dipende dalla loro unione con Cristo, secondo il Detto del Signore: “Chi rimane in me ed io in lui, questi produce molto frutto, perché senza di me non potete far niente” (Giov. 15, 4-5).
Questa vita di intimità con Cristo, si alimenta nella chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i fedeli, e questi aiuti i laici devono usarli in modo che non separino dalla propria vita l’unione con Cristo, ma, compiendo la propria attività secondo il volere divino, crescano sempre più in essa.
“Tutto quello che fate, in parole ed in opere, tutto fatelo nel nome del Signore- Gesù, rendendo grazie a Dio e al Padre per mezzo di Lui”.
Tale vita richiede un continuo esercizio della fede, della speranza e della carità.
– Solo alla luce della fede, nella meditazione della parola di Dio, è possibile riconoscere Dio nel quale “noi viviamo, ci muoviamo e siamo” (Atti 17,28). Cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere il Cristo in ogni uomo, vicino o estraneo;
– Chi ha tale fede vive nella speranza della rivelazione dei figli di Dio, nel ricordo della croce e della resurrezione del Signore spinto dalla carità che viene da Dio, opera per il bene verso tutti e in modo speciale verso i fratelli nella fede “eliminando ogni malizia e ogni inganno, le ipocrisie e tutte le maldicenze” (Pietro, 2,1) attraendo così gli uomini a Dio.
Seguendo Gesù povero, non si abbattano nella mancanza dei beni Temporali, né si inorgogliscano nell’abbondanza di essi: imitando Gesù umile, non diventino vanagloriosi, ma cerchino di piacere più a Dio che agli uomini, sempre pronti a lasciare tutto per Cristo e a sopportare di essere perseguitati per amore della giustizia, memori delle parole del Signore: ”Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.
Quei laici che, seguendo la propria particolare vocazione, sono iscritti a qualche associazione o istituto approvato dalla chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la particolare impronta di spiritualità che è propria dei medesimi.
Modello perfetto di tale vita spirituale e apostolare è la Beata Vergine Maria regina degli apostoli, la quale, mentre viveva sulla terra un vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al figlio suo; ora, assunta in cielo, “con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli ed affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata”.
La onorino tutti devotissimamente e affidino alle sue materne cure la propria vita e il proprio apostolato.
SALUTO
del Presidente dell’Associazioneagli intervenuti al I° incontro:
“Alla scuola di Maria”
“Carissimi Bambini, Insegnanti e Autorità tutte, mi sento onorato di partecipare a questo I° incontro “Alla scuola di Maria” presso questo bel Santuario della Madonna del Soccorso.
Sono emozionato nel vedere che tanti bambini si sono potuti riunire per trascorrere una giornata di preghiera e spensieratezza, di gioia e di spiritualità.
Noi soci dell’associazione “Solidarietà e Libertà” siamo stati vicino ai nostri insegnanti Elisabetta Cecinelli, coordinatrice della manifestazione, Bianca Maria Bianchi e Remo Del Ferraro per esserci impegnati al massimo per la buona riuscita di questo incontro; per questo meritano un caloroso applauso… Tutti e tre sono soci fondatori del nostro gruppo.
Un ringraziamento particolare alla dirigente scolastica Dottoressa De Cave Bianca, che tanto ha sostenuto la nostra iniziativa.
Un saluto e un ringraziamento al nostro sindaco, Tommaso Bianchi, all’assessore agli affari generali e alla sicurezza, Mario Rizzo, all’assessore alla cultura Lazzari Luciano, al comandante della stazione dei carabinieri di Cori, Maresciallo Antonio Tanzarella,al comandante dei Vigili Urbani di Cori, Armando Pasquali e al presidente della Protezione Civile di Cori, Claudio Carucci.
Infine un ringraziamento ai Padri Trinitari di questo santuario che ci saranno sempre vicini con la preghiera, e che ci hanno ospitato per questa manifestazione.
Cari bambini, ricordatevi che la Madonna vi guarda e vi proteggerà sempre, come ha protetto tanti anni fa la piccola Oliva. Vicino a voi c’è sempre un angioletto che vi controlla e vi incoraggia ad essere bravi, intelligenti, forti, ordinati, studiosi. Sappiate che nel mondo ci sono 21 milioni di bambini e 18 su 100 non frequentano la scuola, quasi 250 milioni sono costretti a lavorare e un bambino su quattro vive in povertà; ogni giorno ne muoiono quasi trentacinquemila per malattia perché non vaccinati o non potuti curare in tempo.
Ritenetevi fortunati per essere nati in questa bella parte del mondo, Cori e Giulianello, c’è un clima ottimo, avete una famiglia che vi sta vicino…
Mi congratulo con tutti i vostri insegnanti che vi hanno stimolato e guidato alla realizzazione dei vostri lavoretti che abbiamo ammirato nella sala della mostra; speriamo di rivederci il prossimo anno.
A voi tutti verrà consegnato dai vostri insegnanti una pergamena come attestato di partecipazione, che potrete incorniciare e mettere nella vostre camerette.
Buon proseguimento, Fernando”.
GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO
promosse dal F.A.I.
CORI, 27 e 28 Settembre 2008
Il Fondo per l’Ambiente Italiano, ha inserito il Santuario della Madonna del Soccorso fra i “tesori d’Italia” da visitare. “Le grandi strade della cultura – viaggio tra i tesori d’Italia” approdano a Cori. Ai mille siti culturali aperti gratuitamente per l’occaqsione, si aggiungono 250 realtà locali che il FAI e Autostrade per l’Italia hanno selezionato per l’edizione di quest’anno delle “Giornate Europee del Patrimonio”.
Nel Lazio sono stati scelti 25 siti, e il Santuario è stato l’unico sito della provincia di Latina. Alla manifestazione ha partecipato anche il prefetto di Latina, Bruno Frattasi.
Per l’evento, fu stampata questa breve storia del Santuario.
Il Santuario della Madonna del Soccorso in Cori
<<Nel Lazio, ai piedi dei monti Lepini, a circa 1 Km, fuori Porta Signina, della città di Cori, su di un’altura conosciuta col nome di Monte della Ginestra si trova il Santuario della Madonna del Soccorso. Il tempio venne eretto in seguito ad un avvenimento prodigioso accaduto su questo luogo: l’apparizione della Vergine Maria alla bambina Oliva di tre anni. Come da tradizione orale e scritta, il primo sabato del mese di Maggio del 1521, Oliva Iannese uscì di casa per andare a raggiungere la madre al lavoro dei campi, ma si smarrì sul monte della Ginestra. Sorpresa da un violento temporale, spaventata dai tuoni e dalla notte che avanzava, si rifugiò sotto una pianta di ginestra. Qui fu accolta da una “bianca Signora” che la che la bambina credeva sua zia paterna e per otto giorni, il tempo che durò la tempesta, la “Signora” coprì la bambina col suo manto e la nutrì mettendole il dito in bocca. Tornato il sereno, alcune donne che erano andate a fare la legna nei pressi di quel monte, ritrovarono Oliva che, interrogata da esse, rispose di essere stata con sua zia che si chiamava Maria Vergine. I genitori increduli e sorpresi riabbracciarono la loro figlia ormai creduta morta. La notizia dell’evento si diffuse per tutto il paese, tanto che il popolo di Cori accorse sul luogo dell’apparizione dove su un rudere, ricoperto dai rovi, fu ritrovato un affresco raffigurante la Vergine Santissima con il S. Bambino, la stessa immagine che ancor oggi si venera sull’altare del Santuario.
Sul luogo del ritrovamento quasi subito fu eretta una cappella, ma, resasi insufficiente, si pensò di costruire una chiesa più grande consacrata nel 1537, ma anche questa risultò non rispondente a contenere il numero sempre crescente di pellegrini, così fu eretto un nuovo tempuio, l’attuale,costruito su disegno dell’architetto Mario Arconi, il quale fece cambiare posizione alla chiesa per impedire che l’umidità danneggiasse l’immagine e: “mentre la precedente guardava Cori di faccia, l’attuale guarda il paese di lato”. I lavori, iniziati nel 1634, terminarono nel 1639, anno in cui venne segato il muro dove era dipinta l’Immagine, che fu trasportata sulla parete centrale al di sopra dell’odierno altare Maggiore donato da Lorenzo Buzi, nobile di Cori, antenato del Papa Leone XIII. Il santuario della Madonna del Soccorso è di stile barocco ad una navata, ricoperta a volta. Entrando in esso lo sguardo del visitatore viene attratto dall’icona della Vergine Maria, dipinta in campo celeste seduta in trono, un mantello verde trapunto di stelle le scende dalla testa ai piedi lasciando appena vedere una parte dell’abito rosso. Con il braccio sinistro la Madonna sostiene il Bambino Gesù, mentre lo guarda reggendogli con la mano destra il braccio, in atto di benedire. Sul capo della Vergine due Angeli sostengono una corona regale; in basso al lato sinistro è la bambina Oliva, genuflessa, in abito rosso, dipinta in un secondo tempo. L’affresco si fa stabilire al secolo XIII e fu più volte restaurato, in particolare nella parte inferiore dove sono state apportate vere sovrapposizioni. Anche se lo stile dell’opera è stato definito dagli esperti “semplice e rozzo”, tuttavia l’immagine è molto espressiva e infonde venerazione in chi lo guarda. Su una lapide di marmo posta al di sopra del quadro della Madonna si legge: “Miseris succurre mariae” titolo datole definitivamente intorno al 1529 su consiglio del P. Maestro Paolo da Genazzano, agostiniano, nella circostanza della costruzione del santuario. La Vergine Maria, invocata con il titolo di Madonna del Soccorso, si manifesò sollecita soccorritrice, e tante furono le grazie e i miracoli che Dio si degnò di concedere ai devoti della Madre Santissima, che il Capitolo Vaticano decretò di fregiare la miracolosa immagine della corona d’oro; l’incoronazione solenne avvenne il 20 Settembre 1778.
L’area del presbiterio, sistemata dopo il Concilio Vaticano II° secondo le nuove disposizioni liturgiche, è sormontata da una cupola intorno alla quale è scritto: “Sicut nautae ad portum dirigintur per sellam ita cristiani ad gloriam per Mariam”. Altri quattro altari si affiancano a quello maggiore, e sono dedicati: il primo alla Sacra Famiglia, il secondo a S. Lucia V.M., il terzo a San Bartolomeo Apostolo e S. Pasquale Baylon e il quarto ai santi Girolamo e Carlo Borromeo. Molti pontefici accordarono privilegi e indulgenze a chi avesse visitato il santuario della Madonna del Soccorso, che dal Papa Pio IX fu aggregato in perpetuo alla basilica di S. Maria Maggiore in Roma. La chiesa è preceduta da un atrio con portico e da un bel piazzaletto alberato, restaurato nel 1989, dal quale parte l’antica strada, percorribile a piedi, che conduce a Cori. Questa, dotata di gradini, fu resa meno ripida nel 1842 per opera del gonfaloniere Nicola Fochi, che fece erigere anche i pilastri della stazione della Via Crucis, risistemati negli anni ‘80 (1988-1989); lungo di essa vi erano tre cappellle, dedicate una a Santa Veronica, l’altra al Crocifisso e l’ultima a Santa Maria Maddalena, tutte scomparse o ridotte a ruderi. Verso la fine della strada, su un’altura di rocce si può notare un antico calvario, restaurato completamente nel 2007. La chiesa della Madonna del Soccorso fu affidata per molti anni ad un custode e ad un cappellano rettore, ma l’assistenza saltuaria fu ritenuta insufficiente dal popolo e dal clero locale così, per Divina Provvidenza, la custodia venne affidata, dal Card. Enrico Gasbarri, ai Padri Trinitari, ordine fondato da S. Giovanni de Math, e approvato dal papa Innocenzo III nel 1198. I Trinitari si stabilirono al santuario l’8 dicembre 1938 e subito cominciarono i primi lavori di potenziamento della struttura della chiesa e di alcuni locali sull’atrio della stessa. Nel 1947 fu costruito l’impianto idrico e l’anno successivo il santuario venne restaurato e decorato completamente. Seguirono lavori di rimboschimento della montagna e s’iniziò il tracciato dell’attuale strada carrozzabile che unisce il paese alla chiesa. L’opera più grande fu compita nel 1953, con la costruzione della casa delnoviziato per la provincia romana dell’Ordine dei Trinitari, inaugurata nel settembre 1955. Altri lavori si aggiunsero negli anni successivi, come la sistemazione della cappella dell’Apparizione, che venne abbellita con quadri del prof. Aronne del Vecchio nel 1956 e completata nel 1999, con una nuova pavimentazione in marmi policromi su progetto dell’architetto Vincenza Ballerini. Tra il 1964-65 fu realizzata l’intera pavimentazione in marmo del santuario su progetto dell’ingegner Sergio Di Macco, si aggiunse la sistemazione del terrazzo sul portico e della facciata dellla chiesa, e nel 1993 il nuovo restauro pittorico della stessa. Nel 1974, venuti a mancare i novizi, il convento fu dato in affitto all’allora Ospedale di Cori come casa di riposo per anziani inabili o malati che vi risiedettero per vari anni. Attualmente una parte di essa è stata riconvertita in casa per ferie, dal prossimo ottobre (2008) la parte restante verrà nuovamente adibita a noviziato.
Accanto al santuario vi è la sacrestia, dove, in una stanza apposita, sono conservate dodici tavole pittoriche con didascalie, datate 1930, firmate da C. Corrado e raffiguranti i fatti salienti dell’Apparizione e del ritrovamento della piccola Oliva, del tentativo dei messi napoleonici di trafugare le “aure corone”…
Sulle pareti si possono ammirare simpatiche tavolette ex-voto, espressione di un’arte popolare, oltre che di gratitudine alla Santissima Vergine per le grazie da Lei ricevute; a queste si affiancano vetrine nelle quali sono raccolti numerosissimi cuori in argento (ex-voto) che una volta coprivano le pareti e parte del presbiterio della chiesa. Nel 1998, sessantesimo anniversario della venuta dei Padri Trinitari a Cori, nei locali sottostanti la sacrestia è stato allestito un museo dove sono esposti candelieri, reliquie, preziosi calici, documenti storici, antichi messali e rituali, e il tronetto d’ottone usato fino a circa quarant’anni fa per l’esposizione del Santissimo Sacramento nelle “Quarant’ore”. Interessante da visitare è anche il presepe permanente ambientato in alcune zone del centro storico di Cori. Ulteriori miglioramenti di tutta la struttura del santuario sono in progetto, come l’abbattimento delle barriere architettoniche per facilitarne l’accesso, la costruzione di un ampio parcheggio, la sistemazione della biblioteca. Tali opere sono importanti, ma ciò che conta è che l’incontro con la Vergine Santissima apra il cuore di ognuno ad accogliere Gesù Figlio di Dio e a testimoniare nel concreto, con serena fortezza, l’amore che il Padre misericordioso ha per ogni creatura così come ha fatto Maria di Nazareth, invocata Madre del Soccorso.>>
Saluto del Presidente agli intervenuti alla giornata F.A.I.
“La Madonna è di casa in tutto il mondo: ci sono tanti santuari più conosciuti e più accoglienti; speriamo che in questo colle, il colle della Ginestra,regni un’altra atmosfera e sorgano più strutture per accogliere i pellegrini che sicuramente troveranno un momento di preghiera e di riflessione.
La preghiera è un grido che nasce dalla nostra povertà, è un’espressione e nutrimento della fede in Dio. La preghiera è un silenzio per ascoltare e accogliere in sé la persona di Dio.
“Sicut nautae ad portum dirigentur per stellam ita cristiani ad gloriam per Mariam”.
“Miseris succurre Maria”, nella parte alta dell’Altare Maggiore, è il grido di tutti coloro che salgono al santuario e Maria non manca mai di chiedere misericordia per tutti noi. Chi sale su questo colle resta colpito dallo sguardo che l’immagine emana infondendo la sua materna bontà.
Da questa manifestazione di questa giornata europea del F.A.I. sicuramente il santuario ne esce rafforzato come luogo di spiritualità e di preghiera per tutti, specialmente oggi che certi valori stanno scomparendo, dalla difesa della vita nascente all’eutanasia, dall’accanimento terapeutico al ruolo della famiglia nella società, dal problema di tanti giovani senza lavoro in crisi di speranza agli anziani abbandonati a se stessi…”.
“La Madonna del Soccorso e la Sacra rappresentazione
di Sante Laurienti: la ritrovata Oliva”
Presentato Domenica 6 Luglio presso il Santuario della Madonna del Soccorso a Cori, l’ultimo libro di Francesco Moroni; l’evento è stato organizzato e patrocinato dall’Associazione “Solidarietà e Libertà” – Onlus, nella persona del Presidente, Dott. Fernando Nobili, che ha voluto “un’atmosfera raccolta e silenziosa vicina all’autore e al Santuario.”
Il libro, edito dall’Associazione Artisti Lepini è entrato a far parte della collana “Documenti di Storia Lepina”, diretta dal Dott. Franco Caporossi e Italo Campagna, istituita dalla stessa associazione per “valorizzare i contributi di studiosi lepini, stimolandoli ad accrescere il loro impegno letterario e di ricerca alla riscoperta delle millenarie vicende che hanno generato la crescita della nostra Gente”. Ed è proprio con questo spirito che l’autore si immedesima nelle sue ricerche che spesso ha poi pubblicato per non perdere “le memorie della Comunità atte a proiettare nel futuro la storia. Ruolo tipico dell’intellettuale svolto bene da Moroni”: queste le parole del sindaco di Cori, Tommaso Bianchi, intervenuto alla presentazione del libro. Il Prof. Ettore Di Meo, studioso e storico, definisce l’opera “memoria collettiva del paese e prezioso documento storico”.
Gremita la sala messa a disposizione degli intervenuti: autorità, amici e pubblico.
Oltre al Sindaco, il Presidente del Consiglio del Comune di Cori con delega alla Cultura, l’Architetto Giorgio Chiominto, che ha fatto rilevare “le capacità e l’amore per questa terra di Francesco Moroni sono note a tutti che ha scritto opere con vitalità e assemblaggio di vari testi. Un augurio per continuare le tue ricerche per stimolarci a ripercorrere memorie storiche da valorizzare”.
E poi il Dott. Pietro Vitelli dice di lui: “lega il presente alla nostra storia antica”.
Padre Michele Sigillino, che per 16 anni è stato al Santuario, dice dell’opera: “si parte dalla devozione alla Madonna per inserirsi nel contesto storico culturale”.
INTERVENTO
del Dottor Fernando Nobili, presidente dell’Associazione “Solidarietà e Libertà” alla presentazione del libro di Francesco Moroni
“Leggendo il libro di F. Moroni, ho potuto apprezzare la sua preparazione e la sua sensibilità nel descrivere un quadro completo del Santuario attraverso i secoli partendo dal 1521 fino ai nostri giorni.
Le notizie scorrono velocemente facendo rilevare la generosità dei coresi verso il Santuario. La lettura è interessante e semplice; le notizie sono minuziose e degne di riconoscenza.
La Madonna del Soccorso è stata sempre nel cuore dei Coresi, i quali si recano al Santuario non soltanto per ringraziare per i miracoli ricevuti, ma anche nei momenti “solenni” della loro vita.
Le sacre rappresentazioni a carattere sacro si recitavano nelle chiese e negli oratori e intorno all’undicesimo secolo uscirono dalle chiese per essere rappresentate all’aperto distinguendosi in: “mistero” in Gran Bretagna e in Francia, “miracoli” in Inghilterra, “sacre rappresentazioni” in Germania e in Italia.
“La ritrovata Oliva” risente lo spirito del tempo e varia con rime di argomento morale, religioso, eroico e favoloso.
Dalla vita di Sante Laurienti emerge una figura di grande poeta, ma sconosciuto.
Anche qui la ricerca del Moroni è minuziosa e dettagliata arrivando a considerare il poeta di minore cultura che meriterebbe un doveroso inserimento nella letteratura italiana del 600.
Vissuto in un’epoca di crisi letteraria, scrive Moroni: “Egli scrisse La ritrovata Oliva per divertire, ma anche per ricordare a tutti i Coresi la Soccorritrice, facendone un saggio di vera poesia. Non si atteggia come l’uomo che ironizza sulla credulità del volgo contadino del suo paese, ma guarda i suoi compaesani, anche se ignoranti, con affettuosa simpatia. In questa sacra rappresentazione contempla in un intreccio di fantasia, una realtà concreta, vera, che tutti conoscono e fa
rivivere la semplicità dell’ambiente corese verso la propria PROTETTIVA”.
Nel 1937 la custodia del santuario è stata affidata ai padri Trinitari.
L’ordine è stato istituito in Francia sotto l’invocazione della S.S. Trinità per la redenzione dei cristiani schiavi dei mussulmani e per dedicarsi alle missioni, ai carcerati, ai malati, alle parrocchie e alle scuole. Erano conosciuti con il nome di “Maturini”, dal nome del suo fondatore, San Giovanni de Matha, che insieme a San Felice de Valois aveva fondato l’ordine nel 1198.
Abito bianco guarnito sul petto da una croce metà rossa e metà azzurra, a simboleggiare: il BIANCO: il Padre; il ROSSO: lo Spirito Santo, e con l’AZZURRO il Figlio deposto nel presepe e nel Sepolcro.
Dalla presentazione di questo volume , il Santuario ne esce rafforzato come luogo di spiritualità e di preghiera per tutti, specialmente oggi, che certi valori stanno scomparendo, soprattutto la difesa della vita nascente, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico, il ruolo della famiglia nella società, il problema di tanti giovani senza lavoro in crisi di speranza, gli anziani abbandonati a sé stessi..
Non vorrei dilungarmi oltre, ma il Santuario deve essere punto di riferimento per tutti i coresi e le popolazioni dei paesi vicini.
Il pellegrinaggio fin dai tempi antichi ha costituito sempre una componente fondamentale del Cristianesimo; nel nostro tempo non è affatto morto. Sono sempre più numerose le persone che nei viaggi organizzati, ma anche da soli e in gruppo, vanno a dissetarsi a quelle sorgenti dove li attendono Gesù, Maria e i Santi.
La Madonna è di CASA in tutto il mondo, ci sono tanti santuari più conosciuti e più accoglienti; speriamo che in questo colle, il colle delle ginestre, regni un’altra atmosfera e sorgano più strutture per accogliere i pellegrini dove sicuramente dove sicuramente troveranno un momento di preghiera e di riflessione.
La preghiera è un grido che nasce dalla nostra povertà, è un’espressione e nutrimento della fede in Dio. La preghiera, prima che parola implorante, è un silenzio per ascoltare e accogliere in sé la persona di Dio.
Due considerazioni:
“SICUT NAUTAE AD PORTUM DIRIGENTUR PER STELLAM ITA CHRISTIANI AD GLORIAM PER MARIAM”.
Questa bellissima espressione è scritta alla base della cupola nel presbiterio. Infatti la Madonna del Soccorso viene spesso invocata con “Stella nel Mare” dai marinai che solcano il Mediterraneo; alla stessa stregua tutti gli emigranti, che dall’inizio del ‘novecento attraversando l’oceano, in balia delle onde, lontani dalla patria, invocavano la nostra Madonna del Soccorso. Tanto è vero che una copia autentica dell’immagine della Vergine del Soccorso fu mandata nell’ottobre del 1928 a Rochester, ai Coresi ivi residenti, che ne avevano fatto richiesta.
Su una lapide di marmo scuro posta sull’Altare Maggiore, al di sopra dell’immagine: “MISERIS SUCCURRE, MARIA”. o Maria, soccorri noi miseri, è il grido di tutti coloro che salgono al santuario e Maria non manca mai di chiedere misericordia per tutti noi.
Chi sale su questo colle resta colpito dallo sguardo che l’immagine emana infondendo la sua materna bontà. Anche noi, nei momenti di pericolo e di difficoltà, ci rivolgiamo alla Madonna del Soccorso, per chiedere aiuto e intercessione per giungere alla speranza che infonda coraggio nella vita di ogni giorno e nel nostro cammino verso Dio.
Un ringraziamento a voi tutti qui presenti, e all’autore del libro, che mi avete offerto l’opportunità di partecipare a questa bella manifestazione che sicuramente è un vanto per il Santuario e per tutta la città di Cori.
Fernando Nobili.